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Linea Bianca si perde nel raccontare l’emergenza Covid. E cade nella retorica e nelle ambiguità

A Linea Bianca il racconto della montagna resta, ma passa quasi in secondo a causa dell’emergenza Covid, che pervade in maniera eccessiva il programma

pubblicato 12 Dicembre 2020 aggiornato 12 Dicembre 2020 17:53

Anche Linea Bianca incontra, come è inevitabile che sia, l’emergenza Covid. Questo è il primo commento che verrebbe da fare dopo aver visto la prima puntata di questa nuova edizione. Già dall’inizio Massimiliano Ossini ha voluto mettere in risalto come la pandemia abbia cambiato le nostre vite, facendo “crollare castelli di certezze”. La premessa è questa:

Quest’anno Linea Bianca va oltre il bianco: oltre il bianco della neve, degli sport invernali, del turismo. Daremo voce alla storia di questo territorio.

E tale premessa è rispettata dal prodotto finale offerto ai telespettatori. La chiusura degli impianti da sci e le restrizioni imposte a tutto il turismo della montagna impattano decisamente sulla scrittura della trasmissione, che cerca nuovi appigli e trova un aiuto nei collegamenti Skype (o presunti tali), ormai utilizzati in qualsiasi programma televisivo.

Ecco uno dei primi problemi pare proprio questo: se in un talk show la presenza di ospiti che discutono e si confrontano è indispensabile, in un contesto come quello di Linea Bianca, in cui al centro dovrebbe esserci il territorio, l’esigenza di coinvolgere un nutrizionista in collegamento (in questo caso sembrava però per un video registrato) non si capisce affatto.

Altro invece è il discorso sull’ospitata in collegamento (questa volta vero) con Mauro Corona, cacciato da #Cartabianca perché secondo Di Mare non ha rispettato il Codice Etico e quindi il mancato rispetto del Contratto di Servizio della Rai non può concedergli di partecipare alle trasmissioni dell’azienda pubblica (evidentemente a Rai 1 la pensano diversamente, ma questo discorso andrà chiarito altrove).

Linea Bianca continua a raccontare come sempre la montagna, inserendo però anche tematiche ambientali, come ad esempio il riscaldamento climatico che porta allo scioglimento dei ghiacciai. A tal proposito viene ospitata una biologa, Deborah Bozzato, che racconta la sua partecipazione a una spedizione nell’artico a bordo di una rompighiaccio tedesca. Le previsioni per il futuro non sono rosee (si prevede un totale scioglimento dei ghiacciai già entro la fine del secolo), ma la chiosa finale di Ossini risulta un po’ bizzarra:

Con tutta la stima e con tutto l’amore che ho nei vostri confronti, spero veramente che vi siate sbagliati e che tutti i dati siano sbagliati.

È giusto affrontare un tema di estrema attualità come il cambiamento climatico e le sue conseguenze, ma che senso ha farlo, per poi minimizzare il messaggio? Stessa ambiguità proviene anche sui messaggi legati al mantenimento delle precauzioni anti Covid. Durante tutta la puntata, infatti, si alternano, talvolta in maniera comprensibile, altre volte meno (vedi Ossini che prende il giornale all’edicola con la mascherina e poi se la toglie per lanciare un clip, dicendo proprio “Con queste mascherine si fa veramente fatica a riconoscersi, è vero danno molto fastidio, però dobbiamo imparare a conviverci”) riprese girate con la mascherina e altra invece senza.

Come la gran parte delle produzioni televisive è probabile che tutti coloro che partecipano a Linea Bianca siano giustamente monitorati attraverso test, perché altrimenti non si spiegherebbe anche all’aperto l’assenza quasi totale di mascherine (distanza sempre rispettata) visto che il Presidente della Provincia di Trento, dove è stata girata la puntata di oggi, proprio con un ordinanza dei giorni scorsi ha confermato l’obbligo della mascherina anche all’aperto per i non conviventi.

Allora che senso ha mostrare una volta sì e una no la mascherina? Pura retorica, come quella fatta lungo tutto il corso della puntata sul tema Covid (montagna luogo ideale per gli ampi spazi, Covid che porta a proteggersi dagli altri, a diventare aggressivi per difendere il proprio spazio)? Il discorso finale di Ossini è il migliore esempio di questa costruzione eccessivamente artificiosa per quello che dovrebbe essere invece uno spazio di naturalezza e di natura, dove la immagini delle montagne innevate dovrebbero avere la meglio su un eccessivo e ridondante uso di parole.

Il Covid c’è e lo sperimentiamo quotidianamente: lo si racconti davvero attraverso la quotidianità delle persone e non ci si attacchi a vani discorsi. Linea Bianca sa raccontare bene il territorio, lo torni a fare a pieno, tornando ad essere veramente “bianca”.

Linea Bianca: presentazione della nuova edizione

Riparte oggi pomeriggio la versione invernale delle Linee di Rai 1, ovvero Linea Bianca, condotta dal dicembre 2014 da Massimiliano Ossini. Con lui come sempre Lino Zani, alpinista, sciatore e scalatore, che condivise una lunga amicizia con Papa Wojtyla, e Giulia Capocchi, presenza fissa nel cast del programma dal 2017.

Il viaggio di Linea Bianca oggi riparte da una meravigliosa baita, dispersa nel cuore più selvaggio e incontaminato del Parco Nazionale dello Stelvio, nella meravigliosa Val di Sole. Oltre agli scenari mozzafiato, che, come sempre accompagneranno i telespettatori da casa, non mancheranno le storie di persone comuni.

La montagna, che in quanto settore turistico sta vivendo un duro momento, date le giuste e doverose limitazioni imposte dal Governo, anche con l’ultimo DPCM, avrà modo di raccontarsi attraverso la quotidianità di coloro che abitano 365 giorni all’anno quei luoghi. Si passerà infatti a parlare dal taglio delle legna alla preparazione dei canederli, dando spazio anche a tematiche di estreme attualità, come l’emergenza dei cambiamenti climatici  e quella in ambito sanitario, legata al Covid.

Al centro delle varie puntate ci saranno anche argomenti come la sicurezza in montagna e la tutela e difesa dell’ambiente, affrontati anche con ospiti d’onore. Insomma Linea Bianca ritorna con il solito mix  di innovazione, tradizione, cultura e curiosità, tutto ovviamente dedicato alle cime più belle e affascinanti del nostro Paese.

linea bianca
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Il programma è firmato come autori da Massimiliano Ossini, Lino Zani, Giulio Calcinari, Carlo Cambi, Giuseppe Giunta, con la collaborazione di Nicola Sisto, Federico Oteri, Cristiano Strambi. Curatrice di Linea Bianca è Georgia Parmegiani, mentre produttore esecutivo Rosaria Rumbo; in regia Cristiano Strambi.

Appuntamento quindi oggi pomeriggio, alle 14:00, su Rai 1, con il primo appuntamento della nuova edizione di Linea Bianca, la numero sette, da quando la trasmissione è tornata in onda nel 2014, dopo una primissima edizione nel 2001 condotta dall’ex fondista italiana Manuela Di Centa e dal compianto Daniele Piombi.